Pagine

mercoledì 31 marzo 2010

filosofia analitica indiana

Una curiosità.

Sono finito per caso sulla pagina di Jay Shaw, che insegna filosofia a Wellington (per la cronaca, è dove insegnano anche Cresswell e Kim Sterelny). Questo Shaw descrive così il suo lavoro:

The primary aim of my research is to integrate the classical Indian analytical philosophy, including Indian philosophy of language, logic and epistemology, with contemporary Western philosophy and to discuss some of the problems of contemporary Western philosophy from the perspective of classical Indian philosophy so that new solutions may be suggested from the Indian tradition.

Confesso che sono rimasto molto colpito dall'esistenza della filosofia analitica indiana classica. Se la cosa incuriosisce anche voi, potete leggere qui.

Se la cosa poi vi appassiona, potete fare il grande salto e visitare questa pagina su non-western logic and ontology.

martedì 30 marzo 2010

agenti intenzionali

Vi segnalo questo survey article di Woodward e al. (2009) sulla capacità dei bambini molto piccoli (circa 1 anno di età) di comprendere le azioni degli altri in termini di intenzioni e goals.

L'articolo è ben scritto e alcuni risultati sono davvero sorprendenti, data l'età dei soggetti. Vi consiglio di dargli un'occhiata.

giovedì 25 marzo 2010

Differenza tra Proposizioni ed Enunciati

Una differenza non sempre nota e facilmente comprensibile è quella tra proposizioni ed enunciati. Perdonate l'ignoranza ma in questo caso il post parte da un'esigenza mia. Vorrei segnalarvi questo post e poi discuterne un po' con voi. Ho letto e riletto questo e questo. Forse ho anche capito qualcosa e ho letto anche qualcos'altro, solo vorrei animare un dibattito e discuterne con gente più competente di me (voi). Se po fa?

lunedì 22 marzo 2010

esistono leggi di selezione?

Quando ho postato questo pezzo in cui presentavo e criticavo le idee di Fodor e Piattelli (F&P) sulla selezione naturale, ho detto che F&P hanno due argomenti contro la selezione naturale.

Il primo è che, dato che la selezione naturale è priva di mente, non c’è alcun fatto in grado di stabilire, tra due tratti co-estensivi A e B di un organismo O, se O è stato selezionato per A oppure è stato selezionato per B. Come ho già detto nel post precedente, questo argomento mi sembra non funzionare.

Il secondo argomento di F&P è più complicato e concerne l'esistenza o meno di leggi di selezione. Avevo detto che avrei presentato in un altro post questo secondo argomento. Tuttavia, per ragioni di tempo, non l'ho mai fatto.

In questo lungo video, Fodor ed Elliott Sober discutono a lungo di questo secondo argomento. Se avete voglia di dare un'occhiata al video, possiamo discutere poi sul blog le idee di Fodor sull'esistenza di leggi di selezione. Ovviamente, a patto che il problema vi interessi.

Il video l'ho appena scoperto e gli ho dato un'occhiata veloce. Direi che potrei riuscire a guardarlo entro un paio di giorni. Il primo che lo guarda potrebbe iniziare a scrivere due righe nella sezione commenti di questo post.

sabato 20 marzo 2010

Pensare rende giovani

Mia nonna mi ha sempre detto che alle elementari si impara a leggere, scrivere e far di conto. Questa è una cosa buona e giusta. Brava nonna!

Forse, però, sarebbe utile insegnare anche una cosa che attualmente alle elementari non si insegna, ossia come si ragiona correttamente.

Questa, perlomeno, è l'idea proposta in Inghilterra dalla 4Rs Campaign, secondo cui è importante fornire ai bambini: "the skills to learn effectively, so they can plan, research and critically evaluate, using reasoned arguments to support conclusions. As well as think creatively, making original connections and generate ideas and consider alternative solutions to problems. These are all skills that philosophy excels in: critical thinking skills."

Se pensate che insegnare critical thinking alle elementari sia prematuro, vi risponderei che non è mai troppo presto per pensare. Ad ogni modo, sarete d'accordo con me che il critical thinking dovrebbe diventare materia obbligatoria alle superiori. Ad esempio, anziché passare le ore di filosofia discutendo dell'influenza di Pomponazzi su Marsilio Ficino, sarebbe utile imparare a dare un argomento, a valutare le evidenze a sostegno di una tesi, ecc.

Non a caso, quando Watson si stupiva delle sue capacità di ragionamento, Sherlock Holmes rispondeva così: "l'ho imparato alle elementari, Watson."

venerdì 19 marzo 2010

Self-locating in Paris

Se, per caso, settimana prossima passate da Parigi, vi segnalo questa ghiottissima conferenza su pensieri de se e self-locating beliefs.

Tra gli speakers: Alex Byrne (MIT), Rae Langton (MIT) e Peter Pagin (Nicod).
Tra i discussants: Bob Stalnaker (MIT) e Francois Recanati (Nicod).

Ma sono tutti di MIT e Jean Nicod, direte voi? Sì, dato che è una conferenza MIT & Nicod.

giovedì 18 marzo 2010

La guerra infinita

Fodor e Piattelli hanno risposto alla recensione di Block e Kitcher di cui avevo parlato qua e qua. A loro volta, Block e Kitcher hanno controreplicato.

Se vi interessa, io sto ancora con Block e Kitcher. Se vi interessa, trovate tutto qui.

mercoledì 17 marzo 2010

Problemi tecnici

Io visualizzo bar socrate con google chrome, e lo vedo bene. Tuttavia, ho provato ad aprirlo con explorer e l'impaginazione risultava pessima: tipi di carattere non omogenei, interlinea che saltano. Risulta anche a voi così?

Secondo problema. Quando segnalo dei link, compaiono in colore diverso oppure no? Mi era sembrato di no. Adesso li ho messi in colore rosso, per farli vedere meglio. Tuttavia, così sono abbastanza brutti. Dalla prossima volta, vado in blu.

Ettore e Leonardo, se domani vedete Sandro, provate a smanettare un po' insieme sul blog, in modo da settarlo in modo decente.

Filosofia e corriere della sera.

Per essere filosofi ci vuole un maestro
Insegnare vuol dire sedurre. Il docente deve trasmetterci la passione

«C’è più da fare a interpretare le interpretazioni che a interpretare le cose, e ci sono più libri sui libri che su altri argomenti: non facciamo che commentarci a vicenda. Tutto pullula di commenti; di autori, c’è grande penuria»: adesso più che mai le parole di Montaigne, nella splendida e ormai storica traduzione di Fausta Garavini, suonano di grande attualità. Proprio in questi ultimi anni, a causa di una serie di insensate e sciagurate riforme, i classici della filosofia e della letteratura occupano un posto sempre più marginale nelle scuole e nelle università. Gli studenti percorrono le tappe della loro carriera nutrendosi di manuali, commenti, antologie, bignamini di ogni genere. Sentono parlare e leggono notizie di oggetti, i classici, di cui, nei casi migliori, conoscono solo qualche pagina presente nei numerosi «florilegi» che hanno invaso il mercato dell’editoria scolastica e universitaria.

Purtroppo questa tendenza non nasce dal nulla. Al contrario: diventa espressione di una società sempre più stregata dal mercato e dalle sue leggi. La scuola e le università sono state equiparate alle aziende. I presidi e i rettori, spogliati dei loro panni abituali di professori, vestono gli abiti di manager. Spetta a loro far tornare i conti, rendere competitive le imprese di cui sono a capo. Innanzitutto il «profitto»: bisogna rispettare i tempi nei parametri previsti dai nuovi protocolli ministeriali.

Ma allora che fare? Invitare gli studenti a lavorare di più per compiere il loro itinerario nei tempi e nei modi migliori? Oppure ridurre le difficoltà per rendere più agevole il raggiungimento del traguardo? Questi anni di applicazione della riforma hanno ormai rivelato con chiarezza che è stata la scelta della semplificazione, per non dire della banalizzazione, a dettare legge negli atenei. Fatta salva qualche piccola isola, ormai la pedagogia edonistica ha incancrenito i gangli vitali dell’insegnamento. Pensare di inserire la lettura integrale dei «Saggi» di Montaigne o di qualche dialogo di Platone potrebbe essere considerato come una seria minaccia alla prosperità dell’azienda e l’incauto professore potrebbe finire anche sotto «processo».

Eppure, come ricorda George Steiner, sembra impossibile concepire qualsiasi forma di insegnamento senza i classici. L’incontro tra un docente e un discente presuppone sempre un «testo» da cui partire. Senza questo contatto diretto sarà difficile che gli studenti possano amare la filosofia o la letteratura e, nello stesso tempo, sarà molto improbabile che i professori possano esprimere al meglio le loro qualità per stimolare passione e entusiasmo nei loro allievi. Si finirà per spezzare definitivamente quel filo che aveva tenuto assieme la parola scritta e la vita, quel circolo che ha consentito a giovani lettori di imparare dai classici ad ascoltare la voce dell’umanità e, poi col tempo, dalla vita a comprendere meglio i libri di cui ci si è nutriti. Gli assaggi di brani selezionati non bastano. Un’antologia non avrà mai la forza di suscitare reazioni che solo la lettura integrale di un’opera può provocare.

E all’interno del processo di avvicinamento ai classici, anche il professore può svolgere un ruolo importantissimo. Basta leggere le biografie o le autobiografie di grandi studiosi per trovare quasi sempre un riferimento a un docente che durante gli studi liceali o universitari è stato decisivo per orientare gli interessi verso questa o quella disciplina. Ognuno di noi ha potuto sperimentare quanto l’inclinazione per una specifica materia sia stata, molto spesso, determinata dal fascino e dall’abilità dell’insegnante.

Le lezioni tenute da alcuni grandi maestri nei saloni di Palazzo Serra di Cassano a Napoli testimoniano l’importanza dell’insegnamento nella trasmissione del sapere. Migliaia di giovani—nel corso dei decenni in cui Gerardo Marotta ha trasformato la sede storica dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici in una palestra per formare le nuove generazioni —hanno avuto l’opportunità e il privilegio di ascoltare direttamente la parola di studiosi straordinari come Hans George Gadamer, Giovanni Pugliese Carratelli, Paul Ricoeur, Jean Starobinski, Eugenio Garin e tanti altri invitati di fama internazionale. La serie di dvd proposta dal «Corriere della Sera» permette oggi a un pubblico più vasto di rivivere momenti eccezionali di un’esperienza straordinaria. E, soprattutto, consente ai più giovani di incontrare alcuni grandi maestri che purtroppo ci hanno lasciato.

Attraverso molti di questi dvd è possibile capire che l’insegnamento implica sempre una forma di seduzione. Si tratta, infatti, di un’attività che non può essere considerata un «mestiere», ma che nelle sue forme più nobili e più autentiche presuppone una vera e propria vocazione. «Una lezione di cattiva qualità — ammonisce George Steiner—è quasi letteralmente un assassinio e, metaforicamente, un peccato». L’incontro autentico tra un maestro e un allievo non può prescindere dalla passione e dall’amore. «Non si impara a conoscere — ricorda Max Scheler citando le parole da lui attribuite a Goethe — se non ciò che si ama, e quanto più profonda e completa ha da essere la conoscenza, tanto più forte, energico e vivo deve essere l’amore, anzi la passione».

Oggi purtroppo le aziende dell’istruzione, più attente alla quantitas che alla qualitas, chiedono ben altro ai loro docenti. Il processo di burocratizzazione che ha pervaso scuole e università prevede per prima cosa la partecipazione attiva alla cosiddetta vita amministrativa. Lo studio e la ricerca sembrano un lusso da negoziare con le autorità accademiche. Quel fenomeno che aveva tenuto assieme, fino a non molti anni fa, insegnamento e lavoro scientifico nelle università italiane appare sempre più un miracolo improbabile.

Non è impossibile immaginare che le stesse biblioteche — quei «granai pubblici », come ricordava l’Adriano della Yourcenar, in grado di «ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire » — finiranno, a poco a poco, per trasformarsi in polverosi musei. All’interno di questo contesto sarà difficile immaginare un docente che insegni con amore e passione e studenti pronti a lasciarsi infiammare. «La gente —annotava Rilke—(con l’aiuto di convenzioni) ha dissoluto tutto in facilità e dalla facilità nella più facile china; ma è chiaro che noi ci dobbiamo tenere al difficile ». Il sapere, come ricordava Giordano Bruno e come ricordano tanti classici della filosofia e della letteratura, non è un dono ma una faticosa conquista.

Wolff e l'educazione umanistica

Visto che mi accusate di essere troppo sprezzante verso i filosofi continentali, vi segnalo questo video recente di Robert Paul Wolff, in cui viene difesa l'educazione umanistica (liberal education) a partire da Marx, Freud e Marcuse.

OK, direte voi, ma Wolff non è un filosofo continentale. Avete ragione, that's cheating!

Wolff ha pure un blog (clicca qui), ed è più letto di Bar Socrate. Strano!

Se non sapete chi è R. P. Wolff, o lo chiedete a Sandro, oppure cliccate qui. Lui si presenta così: "in politics I am an anarchist, in religion I am an atheist, and in economics I am a Marxist".

Il suo libro più noto è In Defense of Anarchism. (Se cerchi la traduzione italiana, clicca qui)

how to write a (crappy) paper

Se cliccate qui, trovate una rassegna delle peggiori frasi scritte da studenti di filosofia nei loro papers.


Probabilmente, questi studenti non avevano mai consultato questa pagina. Oppure, si erano scordati dei consigli del buon vecchio George Orwell:

(i) Never use a metaphor, simile, or other figure of speech which you are used to seeing in print.
(ii) Never use a long word where a short one will do.
(iii) If it is possible to cut a word out, always cut it out.
(iv) Never use the passive where you can use the active.
(v) Never use a foreign phrase, a scientific word, or a jargon word if you can think of an everyday English equivalent. [Se stai scrivendo in inglese, ovviamente]
(vi) Break any of these rules sooner than say anything outright barbarous.
Per leggere tutto il saggio di Orwell "Politics and the English Language", cliccate qui.


P.S. Da qualche parte in rete, avevo trovato una guida spassosa: "How to write a crappy paper", o qualcosa del genere. Insomma, una guida che elenca quello che non si deve fare quando si scrive un paper di filosofia. Sfortunatamente, non la trovo più. Ricordo solo la prima regola: inizia sempre il tuo paper così: "Il problema X è sempre stato considerato uno dei problemi filosofici più profondi. I grandi filosofi, perlomeno a partire da Platone, si sono interrogati su come risolverlo". Sbaglio, o questo è il modo in cui Cassirer inizia i suoi lavori?



martedì 16 marzo 2010

ARGUMENTATION: COGNITION & COMMUNITY

Ricevo da Sara Protrasi (Yale) e pubblico qui.

Call for Proposals

Ontario Society for the Study of Argumentation (OSSA)

ARGUMENTATION: COGNITION & COMMUNITY

May 18-21, 2011
University of Windsor

Keynote speakers:


David Hitchock
Department of Philosophy
McMaster University


Paul Thagard
Department of Philosophy
University of Waterloo

Karen Tracy
Communication Department
University of Colorado


The Organizing Committee invites proposals for papers which deal with argumentation,
especially as it intersects with cognition and/or community.


Abstracts prepared for blind refereeing must be submitted electronically no later than SEPTEMBER 7, 2010 to ossa@uwindsor.ca> (write ‘[your last name] OSSA abstract’ in the subject line). They should be between 200 and 250 words long. Additional information on how to prepare proposals is available on the conference website, www.uwindsor.ca/ossa.


OSSA wishes to promote the work of graduate students and young scholars in

the field of argumentation studies. Thus we strongly encourage submissions from this group.

The J. Anthony Blair Prize ($500 CDN) is awarded to the student paper presented at the Conference judged to be especially worthy of recognition. The competition is open to all students whose proposals are accepted for the Conference.

Canadian graduate students who need financial assistance in order to attend should advise the Organizing Committee when they submit their proposals. For the purpose of the Conference, a graduate student is one who has not completed the graduate program by September 7, 2010. (Additional information about this prize will also be available on the website.)

lunedì 15 marzo 2010

Reminder

Volevo ricordarvi che avete un periodo compreso tra il mese e i tre mesi per lavorare agli abstracts/papers da inviare alle varie conferenze che ho segnalato nelle ultime settimane.

Ecco le varie deadlines:

Società Spagnola di Filosofia Analitica: 30 aprile (clicca qui)

European Society for Philosophy and Psychology: 15 maggio (clicca qui)

Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze: 30 maggio (clicca qui)

Società Italiana di Filosofia Analitica: 21 giugno (clicca qui)

Buon lavoro a tutti!



Logica e filo. della scienza

Dal 15 al 17 dicembre, si terrà a Bergamo la conferenza della Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze (SILFS).

Di seguito trovate il cfp. Per tutte le altre info. cliccate qui

Papers are welcome in any of the six different sections of the conference as follows:

1. Logic and Applications
2. Philosophy of Mathematical and Physical Sciences
3. Philosophy of Life Sciences and of Cognitive Sciences
4. Methodology and Philosophy of Science
5. Philosophy and Methodology of the Social Sciences
6. Epistemology and History of Sciences

Abstracts of contributed papers should be submitted through the webpage http://www.easychair.org/conferences/?conf=silfs2010

Deadline for submission of abstracts: 30 May 2010
Notification of acceptance: 31 July 2010

Abstracts must not exceed 600 words, should start with the number and title of the relevant section, followed by the title of the paper, the author's name, address, and email address.


Why not socialism?

Perché non lo traduciamo in italiano?

http://press.princeton.edu/titles/9009.html

giovedì 11 marzo 2010

Se Galimberti fosse belga

Fatemi raccontare due storie.

1. La prima la saprete già tutti, dato che ha avuto molta eco in Italia.

Nel 2007, Umberto Galimberti pubblica per Feltrinelli il libro L'ospite inquietante. L'anno dopo, esce su Il Giornale un articolo di Roberto Farneti, in cui Galimberti viene accusato di plagio. Farneti mostra che molti passi del libro di Galimberti sono tali e quali a dei passi contenuti nel libro Il piacere e il male di Giulia Sissa, anch'esso uscito per Feltrinelli (clicca qui per leggere l'articolo).

La cosa si ingigantisce quando salta fuori che non sarebbe la prima volta che Galimberti si macchia di tale misfatto. Infatti, Galimberti sembrerebbe avere "preso in prestito" brani di altra gente, tra cui Salvatore Natoli (clicca qui e qui).

A questo punto, Galimberti rilascia un'intervista a Il Giornale (clicca qui), in cui ammette di aver copiato i brani di Giulia Sissa, ma si difende dicendo di non averlo fatto apposta.

E poi che è successo? Che volete che sia successo: niente!

Galimberti ha mantenuto il suo posto di professore ordinario in filosofia della storia all'Università di Venezia e di collaboratore di riviste e quotidiani. Alcuni docenti italiani di chiara fama si sono addirittura spesi in sua difesa. Gianni Vattimo, ad esempio, ci ha ricordato che la filosofia è, per sua stessa natura, un'attività di copiatura (vedi qui) e che, quindi, non c'è nulla di cui Galimberti possa venire rimproverato.


2. Ecco la seconda storia, che apprendo tramite il Leiter Reports. La storia coinvolge Martin Stone, professore di filosofia all' Università Cattolica di Lovanio (Belgio), e tale Ilkka Kantola, membro del parlamento finlandese.

Per farla breve, Kantola si accorge che un articolo di Stone contiene diversi passaggi tratti dalla propria tesi di dottorato, senza che lui venga mai citato.

Cos'è successo? L'Università di Lovanio ha preso in esame la vicenda, ha accertato il plagio e ne ha concluso che il comportamento di Stone è altamente discutibile in termini di integrità scientifica e certamente non in linea con la politica dell'Università.

Conseguentemente, Stone è stato costretto a rassegnare le dimissioni. Ora, non è più professore all'Università Cattolica di Lovanio. (Se volete leggere della vicenda, cliccate qui)


Conclusione. Io le due storie ve le ho raccontate. La morale della favola la lascio a voi.

Vi inviterei però a riflettere non solo sulla professionalità di Galimberti, la quale, in effetti, si commenta da sola, ma anche sul livello editoriale della Feltrinelli, che non si accorge che un suo autore copia da un suo altro autore (entrambi i libri, infatti, sono usciti per Feltrinelli).

Immagino che una cosa del genere non sia mai successa a Oxford University Press o a MIT Press. Ma che Feltrinelli non sia OUP è una cosa che non vi devo dire io, no?

lunedì 8 marzo 2010

CERVELLO E LINGUAGGIO

Io ci vado, ditemi chi viene che ci organizziamo:

VENERDI 26 MARZO 2010

CERVELLO E LINGUAGGIO

CON

MICHELE DI FRANCESCO E ANDREA MORO
MODERA


RICCARDO CHIABERGE


ORE 18.00 TEATRO FRANCO PARENTI MILANO

arlare di cervello e linguaggio significa entrare nel vivo di alcuni dei risultati più sorprendenti e significativi della ricerca scientifica contemporanea e nello stesso tempo affrontare il nodo teorico del rapporto tra biologia e cultura e tra scienze naturali e scienze umane.


In particolare intorno al linguaggio si sono polarizzati due temi classici che oggi sembrano poter essere affrontati da una prospettiva nuova, nata dall'incontro tra le neuroscienze e la linguistica teorica. La prima questione è se il linguaggio sia frutto di una convenzione sociale o se si tratti invece di una struttura naturale, come un organo biologico. La seconda questione riguarda il rapporto tra linguaggio e realtà, o, più precisamente, la possibilità che la struttura della grammatica delle lingue umane sia il riflesso della struttura del mondo o che comunque ne condivida la natura profonda.


L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

paper sulla simulazione

sto scrivendo un paper sulla teoria della simulazione. Questo è l'abstract:

Gallagher (2007a) gives a number of arguments against the simulation theory of mindreading. In this paper, I focus on the three most full-fledged of Gallagher’s arguments – the Scheler-Ryle argument, the simple phenomenological argument, and the argument against implicit simulation – and I evaluate the effects these arguments have on a specific version of simulation theory, namely Goldman’s theory of mindreading. After examining the arguments, I conclude that they fail to establish their conclusion: simulation theory, at least in Goldman’s version, has not been refuted by Gallagher.

Se qualcuno volesse leggere un draft del paper e darmi dei commenti, ne sarei felice. Per riceverne una copia elettronica, scrivetemi una mail a: luca.barlassina@gmail.com

Grazie in anticipo.



Filosofia analitica. Spagna e Italia.

Truth, Knowledge, and Science.
Conferenza nazionale della SIFA (Società Italiana di Filosofia Analitica)

Dal 23 al 25 settembre, a Padova. Tra gli invited speakers: Tim Williamson (Oxford) e Wolfgang Kunne (Hamburg).
La deadline del cfp è il 21 giugno. Bisogna mandare uno short (200 parole) e un long abstract (1500 parole). Tutte le info qui


Conferenza nazionale della Sociedad Española de Filosofía Analítica
Dal 14 al 16 ottobre, Tenerife (Spagna). Tra gli invited speakers: Tim Crane (Cambridge).
La deadline è il 30 aprile. Si accettano sia abstract di papers sia posters. Tutte le info qui.




domenica 7 marzo 2010

IL PROBLEMA DELLE IMMAGINI MENTALI NELLA LORO RELAZIONE CON IL MONDO

Leggo e riproduco qui.

Via Borgogna 3, Milano, MM1 San Babila

Giovedì 25 marzo 2010 ore 18.00

IL PROBLEMA DELLE IMMAGINI MENTALI NELLA LORO RELAZIONE CON IL MONDO

In occasione della presentazione del libro

LA MENTE IMMAGINALE

Immaginazione, immagini mentali, pensiero e pragmatica visuali

di MARIANO L. BIANCA

(FRANCOANGELI)

Intervengono

SILVANA BORUTTI (Università degli Studi di Pavia)

FABIO MINAZZI (Università degli Studi dell’Insubria)

Sarà presente l’autore.

sabato 6 marzo 2010

InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj


Nuova rivista UNIMI di Filosofia: ISSN: 2037-4550

Il progetto InKoj (Interlingvistikaj Kajeroj) intende rispondere all'esigenza di un luogo di studio e di discussione, di livello accademico, dei temi connessi alle lingue pianificate e ai linguaggi artificiali, sia dal punto di vista delle analisi logico-linguistiche della struttura morfosintattica e di generazione del lessico, sia dal punto di vista della storia delle idee, delle concezioni epistemologiche e ontologiche che li sorreggono. Si tratta di un ambito di interesse squisitamente filosofico, in quanto chiama in causa, per il suo approfondimento, questioni di tassonomia categoriale, di logica formale, ispirazioni mistico-religiose, progetti utopici politici ed artistici. D'altra parte, l'interdisciplinarità dell'ambito di studio impone al progetto una struttura aperta a contributi di specialisti di differenti discipline, dalla psicologia all'informatica, dalla matematica alla linguistica. Inoltre, la rivista si propone come luogo di discussione per i progetti di tutela della parità linguistica, mediante il ricorso ad un'interlingua, in contesti di plurilinguismo, come, ad esempio, l'Unione Europea.

______________________

The project InKoj (Interlingvistikaj Kajeroj) aims at filling the need for a place of academic discussion and study of themes related to planned and artificial languages, including both logical-linguistical analyses of morpho-syntactical structures and lexicon generation, as well as from a thought-historical perspective, focusing on their underlying epistemological and ontological assumptions. It is a genuinely philosophical domain, as its analysis involves categorial taxonomies, formal logics, mystical or religious inspirations, political and artistic utopian projects. On the other hand, the field's inherent inter-disciplinarity determines a structure as open as possible to contributions by researchers in other disciplines, from psychology to information sciences, from mathematics to linguistics. The journal will also qualify as a privileged setting to discuss projects related to the protection of linguistic parity through the implementation of interlanguages, in plurilinguistic contexts such as the European Union.

How to Square Knowledge and Belief

Leggo e ripropongo qui.

Giovedì 18 marzo 2010, alle ore 10.00, presso l'aula Maria Immacolata (Largo Gemelli, 1 - Milano) dell'Università Cattolica di Milano, il professor Wolfgang Lenzen, Ordinario di filosofia all’università di Osnabrück, parlerà sul tema:

How to Square Knowledge and Belief

Introdurrà Sergio Galvan (sergio.galvan@unicatt.it), del dipartimento di filosofia dell’Università Cattolica.

recensioni filosofiche

Volete essere informati sui libri di filosofia pubblicati di recente? Il sito di Notre Dame Philosophical Review (clicca qui) pubblica belle recensioni ai libri usciti nell'ultimo anno. L'accesso è libero.

Se ne conoscete, segnalate altri siti simili.

martedì 2 marzo 2010

sound arguments

La votazione è aperta. Quale canzone preferite tra:

(1) "The Immanuel Kant Song" (qui)

e

(2) "The G.E. Moore Shift" (qui), scritta e suonata da The 21st Century Monads, ossia Carrie Jenkins (Nottingham), Ben Bradley e Kris McDaniel (entrambi a Syracuse).

Entrambe le canzoni sono splendide, ma il mio voto va a "The G.E. Moore Shift". Nessuna canzone, infatti, può batterne una che contiene il verso: "don't even try to modus ponens me; I'm gonna tollens you so hard!"

Torno a ballare!



Marzo: lezioni di Predelli a Torino

Nonostante in Statale la cosa venga tenuta accuratamente nascosta, c'è gente in giro che pensa che il significato degli enunciati non possa essere identificato con le loro condizioni di verità.

A marzo, Stefano Predelli (Nottingham) terrà a Torino un corso intensivo di una settimana su questo tema. Il corso è intitolato Meaning and Truth: from Indexicality to Non Truth-Conditional Meaning. (clicca qui per vedere il syllabus del corso). Ecco le date e il luogo:

Università di Torino, Dipartimento di Filosofia (Via S. Ottavio 20, II piano).
Lunedi' 22 Marzo: 14-19 (Aula antica)
Martedi 23 Marzo: 15-19 (Aula antica)
Mercoledi' 24 Marzo: 10-13 (Aula medievale) 15-19 (Aula antica)
Giovedi' 25 Marzo: 10-13 (Aula medievale) 15-19 (Aula antica)
Venerdi' 26 Marzo: 10-13 (Aula medievale) 15-19 (Aula antica).

Se volete partecipare, dovete scrivere o a carola.barbero@labont.it o ad alberto.voltolini@unito.it