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giovedì 29 aprile 2010

Perché Darwin ha più successo in Giappone che negli USA?

In Giappone e in Islanda, la stragrande maggioranza della popolazione crede nella teoria dell'evoluzione. Invece, negli USA e in Turchia la percentuale si aggira al di sotto del 50%. Come spiegare la differenza?

Helen De Cruz abbozza qui una spiegazione basata sulla nozione di epistemic trust.

giovedì 22 aprile 2010

avete un libro da suggerirmi?

Mi piacerebbe leggere un libro introduttivo sulla razionalità. Adesso provo a spiegarvi meglio cosa mi interessa (ho detto "provo"). Se avete suggerimenti, vi prego di farvi avanti.

(1) distinzione theoretical/practical reason
(2) theoretical reason: belief revision, logica epistemica, bayesianesimo
(3) practical reason I: decisioni razionali, teoria dei giochi
(4) practical reason II: normatività, considerazioni morali, valori

OK, messo così non si capisce niente, ma di tutto ciò non so quasi nulla e, dunque, non riesco a fare molto meglio.

Provo a riformulare. Sono alla ricerca di un libretto carino che mi introduca ai seguenti temi: cos'è razionale credere? Sulla base di cosa un soggetto razionale dovrebbe modificare le proprie credenze?Cos'é razionale decidere? Esistono desideri o valori irrazionali? Cosa si intende con "razionale"? In che modo le considerazioni morali devono influenzare una decisione razionale?

Vi prego, non ditemi di leggere L'Oxford Handbook of Rationality (qui). Vorrei una roba da leggere nel tempo libero.

Grazie!

mercoledì 21 aprile 2010

The land of opportunity

Ci sono un po' di robe in giro che dovrebbero interessarvi se state facendo, volete fare o avete appena finito di fare un dottorato in filosofia.

Eccole qui, un po' alla rinfusa:

(1) Dottorato in Logica e Filosofia della Scienza, Tilburg, Olanda. (clicca qui)

(2) Summer School in Cognitive Sciences and Semantics, 19-29 luglio, Riga, Lettonia.
Analytic Pragmatism, Semantic Inferentialism, and Logical Expressivism.
Sì, è una roba sulla filosofia di Bob Brandom. Lui sarà presente. (clicca qui)

(3) Graduate conference su Meaning, Modality, and Apriority. 17-20 maggio, Colonia, Germania. Keynote: Scott Soames (clicca qui)

(4) Conferenza Logic & Knowledge, 16-19 giugno, Roma. Molta gente forte, tra cui: Tim Williamson e Dag Prawitz (clicca qui)

(5) Alcuni post-doc in filosofia della mente e metafisica, Ginevra, Svizzera (clicca qui)

lunedì 19 aprile 2010

Riferimento diretto. Si o no?

In questo paper, in particolare nella sezione 2, Mallon, Machery, Nichols e Stich fanno una critica in stile X-Phi alla teoria del riferimento diretto di Kripke. (In realtà, il paper ha un obiettivo ancora più ambizioso: criticare l'uso filosofico delle teorie del riferimento).

In questo paper, Ichikawa, Maitra e Weatherson difendono Kripke.

Entrambi i papers sono forthcoming in PPR.

mercoledì 14 aprile 2010

Christopher Hughes (King’s College – London) a Milano

Seminario di filosofia del linguaggio e della mente

Università degli Studi di Milano

Dipartimento di filosofia - Via Festa del Perdono 7 - Milano 20122

20 aprile 2010 – ore 17 – aula 435 (via Festa del Perdono, 7)

Christopher Hughes (King’s College – London)

Come contare oggetti, persone, e dei: numero e identità nella Trinità

Tutte le persone interessate sono invitate a partecipare.

Per informazioni sul Seminario di filosofia del linguaggio e della mente:

http://filosofia.dipafilo.unimi.it/~filoling/index.html

lunedì 12 aprile 2010

Il carattere di Gesù



da La Vita di Gesù, Marcello Craveri, Feltrinelli 1974, pagg. 141-143

«Il dottor Charles Binet-Sanglé, professore di psicologia all'Università di Parigi, ha scritto una ponderosa opera in 4 volumi (complessivamente circa 2000 pagine) nel tentativo di classificare scientificamente, sulla base dei dati offerti dai Vangeli, il carattere di Gesù.

Non possiamo condividere appieno i risultati della sua inchiesta, che appare, fin dalle prime battute, non obiettiva e serena, ma guidata dal presupposto di far entrare forzatamente Gesù entro determinati schemi. Per curiosità, tuttavia, citiamo alcune delle sue argomentazioni.

Secondo Binet-Sanglé, la "teomania" (così egli chiama la vocazione religiosa) di Gesù fu notevolmente determinata dall'ereditarietà: l'eccessiva devozione dei suoi genitori degenerò in lui, e anche nel fratello Giacomo, in idea fissa. Il comportamento di Gesù a questo riguardo può essere confrontato con le diagnosi che di moderni "teomani" ci hanno lasciato insigni studiosi di malattie mentali: i teomani osservati dal direttore del manicomio di Charenton si sentono tutti ispirati da Dio e chiamati ad attuare una riforma religiosa; si credono invulnerabili e immortali; hanno frequenti crisi mistiche, durante le quali asseriscono di vedere apparizioni, ecc. J. Dagonet, medico nell'asilo di Sant'Anna a Parigi, fa notare che i teomani sono per lo più di carattere irritabile, non soffrono di essere contraddetti, parlano con tono autoritario. B. Ball, professore di patologia mentale alla Facoltà di medicina di Parigi, afferma che i grandi fondatori e riformatori di religioni (e prende soprattutto in esame Maometto e Lutero) sono sempre stati psichicamente anormali.

Binet-Sanglé prende motivo dal prolungato digiuno, cui Gesù si sottopose nel deserto prima di iniziare la sua attività, per dichiarare che egli era affetto da sitofobia. Dai suoi frequenti spostamenti (da Nazareth alle rive del Giordano, di qui al deserto, poi di nuovo a Nazareth, a Cana, a Cafarnao e dintorni, a Gherghesa, ancora a Cafarnao, in Fenicia, Cesarea, in Samaria, in Giudea, ecc) lo studioso desume che Gesù era affetto da dromomania. Dalla sua castità e dalle esortazioni al celibato che egli rivolge ai suoi discepoli, Binet ricava che Gesù era sessualmente impotente e che vi erano in lui sintomi di omosessualità, data la sua predilezione per il giovane Giovanni. Le dichiarazioni dei Vangeli che spesso Gesù trascorreva le notti in preghiera fanno pensare al nostro autore che soffrisse d'insonnia. Le tentazioni del deserto, la trasfigurazione e altri fenomeni del genere offrono lo spunto a Binet per dissertare sulle cause e sulla sindrome delle allucinazioni.

Un esame particolareggiato delle parole attribuite dai Vangeli a Gesù conduce Binet alla conclusione che Gesù era un egocentrico, un maniaco, privo di profondità di pensiero, incoerente e spesso amorale. In definitiva Gesù era un "alienato tipico", un visionario, un paranoico, un megalomane. Binet-Sanglé mette in dubbio la diagnosi di J. Soury secondo il quale Gesù era affetto da meningo-encefalite sifilitica, osservando che, siccome Gesù diede i primi segni di follia a dodici anni, non poteva certo aver già contratto una così grave malattia venerea. Egli è piuttosto dell'opinione che la follia di Gesù sia dovuta a }
tare ereditarie (forse all'alcolismo del padre), aggravate dalla tubercolosi.

[...] Un osservazione interessante, a mio parere, fa l'autore a proposito dell'ipersensibilità dimostrata da Gesù, ad esempio, sudando sangue, la notte dell'arresto, e del suo inspiegabile mutismo durante il processo: essa fu ereditata dal trauma neuropsichico sofferto dalla madre durante il concepimento, non per l'eccezionalità del concepimento stesso (verginale, per opera di Dio), ma per il timore di essere ripudiata dal fidanzato Giuseppe.

Tutti questi studiosi non tengono conto che [...] certi ragionamenti strani, che fanno dubitare delle facoltà mentali di Gesù, soprattutto nel quarto Vangelo, sono il prodotto delle divagazioni mistico-filosofiche dell'autore di questo scritto.

lunedì 5 aprile 2010

Esercizi: Bugie sui preti



Ricostruiamo le stronzate de Il Foglio, forza!
Parco giochi di riferimento, http://www.clonline.org/articoli/ita/faIlFog250310.pdf


Argomento dei Sessantottini


(a) L'attuale dibattito sulla pedofilia nella Chiesa sembrerebbe fondato, ma il fenomeno della pedofilia nella Chiesa è marginale;
(b) Se il fenomeno della pedofilia nella Chiesa è marginale allora sono i media a sovradimensionare tale fenomeno;
(c) Se sono i media a sovradimensionare tale fenomeno allora la causa proviene dagli ambienti in cui viene propagandata la libertà sessuale;
(d) Dunque, l'attuale dibattito sulla pedofilia nella Chiesa è infondato;


L'argomento "nazista" spetta a voi!

venerdì 2 aprile 2010

il valore delle cose

Ho letto, a dire il vero molto velocemente, questo paper di Ted Sider intitolato: "The Evil of Death: What Can Metaphysics Contribute?" (forthcoming in Ben Bradley, Fred Feldman, and Jens Johansson (eds) The Oxford Handbook of Philosophy and Death).

Il paper è parecchio introduttivo e non molto profondo. Di converso, si fa leggere piacevolmente. Se fuori piove e non sapete cosa fare, dategli una lettura.

Ecco il tema del paper.

In base ad una certa concezione di essa, la metafisica ha il compito di scoprire la natura profonda delle cose. Ora, in che modo la scoperta della natura metafisica della morte può influenzare i nostri giudizi di valore sulla morte?

Più in generale, ed è questo il tema che mi ha più attratto, esiste una regola generale che stabilisce in che modo dovremmo razionalmente modificare i nostri giudizi di valore in risposta "to new information about the underlying nature of what we value"?