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lunedì 12 aprile 2010

Il carattere di Gesù



da La Vita di Gesù, Marcello Craveri, Feltrinelli 1974, pagg. 141-143

«Il dottor Charles Binet-Sanglé, professore di psicologia all'Università di Parigi, ha scritto una ponderosa opera in 4 volumi (complessivamente circa 2000 pagine) nel tentativo di classificare scientificamente, sulla base dei dati offerti dai Vangeli, il carattere di Gesù.

Non possiamo condividere appieno i risultati della sua inchiesta, che appare, fin dalle prime battute, non obiettiva e serena, ma guidata dal presupposto di far entrare forzatamente Gesù entro determinati schemi. Per curiosità, tuttavia, citiamo alcune delle sue argomentazioni.

Secondo Binet-Sanglé, la "teomania" (così egli chiama la vocazione religiosa) di Gesù fu notevolmente determinata dall'ereditarietà: l'eccessiva devozione dei suoi genitori degenerò in lui, e anche nel fratello Giacomo, in idea fissa. Il comportamento di Gesù a questo riguardo può essere confrontato con le diagnosi che di moderni "teomani" ci hanno lasciato insigni studiosi di malattie mentali: i teomani osservati dal direttore del manicomio di Charenton si sentono tutti ispirati da Dio e chiamati ad attuare una riforma religiosa; si credono invulnerabili e immortali; hanno frequenti crisi mistiche, durante le quali asseriscono di vedere apparizioni, ecc. J. Dagonet, medico nell'asilo di Sant'Anna a Parigi, fa notare che i teomani sono per lo più di carattere irritabile, non soffrono di essere contraddetti, parlano con tono autoritario. B. Ball, professore di patologia mentale alla Facoltà di medicina di Parigi, afferma che i grandi fondatori e riformatori di religioni (e prende soprattutto in esame Maometto e Lutero) sono sempre stati psichicamente anormali.

Binet-Sanglé prende motivo dal prolungato digiuno, cui Gesù si sottopose nel deserto prima di iniziare la sua attività, per dichiarare che egli era affetto da sitofobia. Dai suoi frequenti spostamenti (da Nazareth alle rive del Giordano, di qui al deserto, poi di nuovo a Nazareth, a Cana, a Cafarnao e dintorni, a Gherghesa, ancora a Cafarnao, in Fenicia, Cesarea, in Samaria, in Giudea, ecc) lo studioso desume che Gesù era affetto da dromomania. Dalla sua castità e dalle esortazioni al celibato che egli rivolge ai suoi discepoli, Binet ricava che Gesù era sessualmente impotente e che vi erano in lui sintomi di omosessualità, data la sua predilezione per il giovane Giovanni. Le dichiarazioni dei Vangeli che spesso Gesù trascorreva le notti in preghiera fanno pensare al nostro autore che soffrisse d'insonnia. Le tentazioni del deserto, la trasfigurazione e altri fenomeni del genere offrono lo spunto a Binet per dissertare sulle cause e sulla sindrome delle allucinazioni.

Un esame particolareggiato delle parole attribuite dai Vangeli a Gesù conduce Binet alla conclusione che Gesù era un egocentrico, un maniaco, privo di profondità di pensiero, incoerente e spesso amorale. In definitiva Gesù era un "alienato tipico", un visionario, un paranoico, un megalomane. Binet-Sanglé mette in dubbio la diagnosi di J. Soury secondo il quale Gesù era affetto da meningo-encefalite sifilitica, osservando che, siccome Gesù diede i primi segni di follia a dodici anni, non poteva certo aver già contratto una così grave malattia venerea. Egli è piuttosto dell'opinione che la follia di Gesù sia dovuta a }
tare ereditarie (forse all'alcolismo del padre), aggravate dalla tubercolosi.

[...] Un osservazione interessante, a mio parere, fa l'autore a proposito dell'ipersensibilità dimostrata da Gesù, ad esempio, sudando sangue, la notte dell'arresto, e del suo inspiegabile mutismo durante il processo: essa fu ereditata dal trauma neuropsichico sofferto dalla madre durante il concepimento, non per l'eccezionalità del concepimento stesso (verginale, per opera di Dio), ma per il timore di essere ripudiata dal fidanzato Giuseppe.

Tutti questi studiosi non tengono conto che [...] certi ragionamenti strani, che fanno dubitare delle facoltà mentali di Gesù, soprattutto nel quarto Vangelo, sono il prodotto delle divagazioni mistico-filosofiche dell'autore di questo scritto.

4 commenti:

  1. Non ho capito il senso di questo post, ammesso che ne abbia uno.

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  2. Feci uno studio del genere una ventina di anni fà arrivando ad una conclusione analoga proprio sulle testimonianza del vangelo e ne parlai, per un pò di tempo, con alcuni amici. Non trovando dibattito costruttivo lasciai cadere le mie deduzioni, ma ora scopro, meravigliandomi, che una deduzione simile fu già raggiunta molti decenni fà. Nihil sub sole novi!

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