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sabato 20 marzo 2010

Pensare rende giovani

Mia nonna mi ha sempre detto che alle elementari si impara a leggere, scrivere e far di conto. Questa è una cosa buona e giusta. Brava nonna!

Forse, però, sarebbe utile insegnare anche una cosa che attualmente alle elementari non si insegna, ossia come si ragiona correttamente.

Questa, perlomeno, è l'idea proposta in Inghilterra dalla 4Rs Campaign, secondo cui è importante fornire ai bambini: "the skills to learn effectively, so they can plan, research and critically evaluate, using reasoned arguments to support conclusions. As well as think creatively, making original connections and generate ideas and consider alternative solutions to problems. These are all skills that philosophy excels in: critical thinking skills."

Se pensate che insegnare critical thinking alle elementari sia prematuro, vi risponderei che non è mai troppo presto per pensare. Ad ogni modo, sarete d'accordo con me che il critical thinking dovrebbe diventare materia obbligatoria alle superiori. Ad esempio, anziché passare le ore di filosofia discutendo dell'influenza di Pomponazzi su Marsilio Ficino, sarebbe utile imparare a dare un argomento, a valutare le evidenze a sostegno di una tesi, ecc.

Non a caso, quando Watson si stupiva delle sue capacità di ragionamento, Sherlock Holmes rispondeva così: "l'ho imparato alle elementari, Watson."

10 commenti:

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  2. Beh se in Italia s'imparassero ste cose alle superiori Sandro però sarebbe disoccupato invece ora ha una mandria di Pomponazzi a cui insegnare.
    Cmq scherzi a parte sono d'accordo completamente.
    The power of critical thinking!

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  3. Leonardo, capisco che uno è di fretta, ma spendi due secondi in più per mettere dei segni di interpunzione di tanto in tanto. Ci ho messo mezz'ora a capire il significato della prima frase.
    Forse, hai ragione tu. Su internet si scrive in fretta, senza badare troppo alla forma. Ma io sono di una generazione precedente. Senza la punteggiatura non capisco più niente. Fammi questo favore, grazie.

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  4. Cito dalla descrizione di bar socrate: posto dove discutere problemi filosofici, scambiare informazioni su papers...impressioni su quel che va o non va in università.

    Invece sta diventando il tuo diario, Luca (oggi ci parli di tua nonna, domani dei tuoi amori?).

    Non è che mi spiaccia, mi diverto pure quando fai la maestrina dalla penna rossa con Leonardo (risparmiando un po' di lavoro a me). Ma è un un cambiamento di identità rispetto alla missione originale.

    Lo so. Tu sei l'unico che pubblica regolarmente dei post, quindi mi dirai che non è colpa tua. Giusto. Però un po' più di sobrietà, perdio, non guasterebbe. Vero che ci leggiamo solo noi tre, però insomma la personalità del main blogger straripa...

    La prossima volta che parli di tua nonna, faccio un post con i consigli di voto per le regionali.

    By the way, la mia impressione è che una scuola dove si insegna il critical thinking che hanno in mente gli inglesi sarebbe una scuola per idioti tanto quanto la nostra scuola attuale. Non credo che nessuno abbia mai imparato a pensare chiaramente leggendo dei libri che insegnavano a pensare chiaramente. E' un'abilità che si impara per ostensione.

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  5. Rispondo prima alla cosa seria, poi a quella che trovo meno seria.

    (1) Leggere un libro di critical thinking mi sembra migliori le capacità argomentative. Perlomeno, ti insegna che esistono al mondo tesi non argomentate, tesi argomentate male e tesi argomentate bene. Quando uno sa fare questa distinzione, sa già metà delle cose che dovrebbe sapere nella vita.

    Inoltre, l'idea non è di far leggere un libro ai bambini, ma di farli discutere e ragionare in modo attivo. In questo modo, dovrebbero imparare a pensare e ad essere critici. Questo assomiglia molto a quello che tu chiami "metodo per ostensione". Quindi, non mi è chiara la tua obiezione.

    (2) Il tema del post non era mia nonna, ma "dobbiamo insegnare o no critical thinking a scuola?" A me questo sembra un tema pedagogicamente importante e non lo paragonerei ai miei amori o alle elezioni regionali.

    Se, invece, il problema del post non era il tema ma lo stile in cui è stato scritto, beh, a me non sembra mancante di sobrietà. Ma, forse, quella che tu chiami "sobrietà" per me è noia, e quella che io chiamo "brillantezza" per te è paraculaggine. Insomma, a me il post pare scritto bene.

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  6. Se mia nonna era mio nonno aveva il pisello.

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  7. Secondo me con 'sta storia della brillantezza uno di questi giorni inizierai un post dicendo "Questa mattina, mentre mi facevo la barba...". Segno inequivocabile di trombonaggine. Va beh, io ti avevo avvertito.

    Tornando al tema. L'idea di insegnare il critical thinking, da quel che ho capito, non consiste semplicemente nell'insegnare le materie ordinarie (storia, filosofia, italiano, ecc.) cercando di stimolare lo studente a ragionare. Quello è il modo ostensivo. Consiste invece nell'introdurre come materia il critical thinking, cioè nel dedicare delle ore allo studio delle regole del buon ragionamento, così poi si ragiona meglio.

    Ora, in primo luogo non è affatto ovvio quali sarebbero queste regole (com'è che i filosofi, che dovrebbero essere esperti del ramo, si stanno ancora domandando quali sono?). Quindi, chissà cosa verrebbe fuori nei manuali che insegnano il critical thinking, secondo me c'è da essere preoccupati.

    In secondo luogo, anche se fosse possibile formulare delle regole generali per ragionare criticamente, credo che la loro applicazione richiederebbe inevitabilmente di fare appello alla capacità di ragionare criticamente di colui che le applica. Ma, se per applicarle devi saper già ragionare criticamente, non vedo l'utilità di insegnare queste regole.

    Facciamo un esempio. Una buona regola del critical thinking è questa, suppongo: "sei tenuto a dare delle ragioni a sostegno delle tue affermazioni." Sottoscrivo, penso che i filosofi lo debbano fare, e non solo loro. Ma non credo che una massima del genere possa essere di aiuto per ragionare bene, perché si potrebbe seguire questa prescrizione in modo del tutto deviante (c'è l'anima per la semplice ragione che c'è l'anima). E la capacità di ottemperare alla massima in modo non deviante presuppone la capacità di ragionare criticamente.

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  8. A proposito dell'errata interpunzione sollevato da Luca. Consiglio "Europeana. Breve storia del XX secolo" di Ourednik Patrik. Dalla quarta di copertina, «Una storia senza virgole [...]».

    Per il resto, condivido le posizioni di tutti. Anche di coloro che non hanno scritto. È un modo come un altro per dire che non ho opinioni in merito.

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  9. ostensione dell'Ostia consacrata?
    ostensione della Sacra Sindone?

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