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lunedì 28 giugno 2010

Publish, then perish!

In Europa, ma forse non in UK, gli studenti di dottorato sono incoraggiati a pubblicare qualcosa entro la fine del dottorato. Ad esempio, in Francia è difficile ottenere un post-doc senza un paio di pubblicazioni.

A quanto pare, in America le cose stanno diversamente. Gli studenti di dottorato sono incoraggiati a NON pubblicare. Perlomeno, in filosofia.

Se la cosa vi interessa, leggete qui e qui.


4 commenti:

  1. Quando sono stato a St Andrews, ho parlato con un professore (di un'altra università) a proposito della possibilità di studiare all'estero dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Italia.
    Premetto che questo professore mi ha detto quel che segue senza conoscermi. Ha espresso una regola generale.
    Mi ha risposto che nei paesi anglosassoni considerano scadenti i dottorati conseguiti nel sud Europa e che, se chiedessi un post-doc, non me lo darebbero. Se, poi, chiedesse un posto di dottorato, non mi darebbero neanche quello e potrebbero prendermi in considerazione, piuttosto, per un master. L'unica possibilità di essere presi in considerazione per un dottorato (il post-doc ha ribadito che era escluso)sarebbe quello di avere una pubblicazione.

    Vi ho riportato fedelmente quel che mi ha detto. Se ha esagerato non so dirlo.

    Ciao,
    Matteo

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Uno studente di dottorato ad Aberdeen, incontrato sempre a St Andrews, mi aveva detto che gli richiedono di estrarre almeno tre articoli dalla sua tesi di dottorato.

    Ciao,
    Matteo

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  4. Sul fatto che nei paesi anglosassoni considerino scadenti i nostri dottorati non ci piove. Sul fatto che facciano bene a farlo, nemmeno. (Suppongo che due eccezioni siano Jean Nicod a Parigi e Logos a Barcellona.

    Detto questo, mi sembra che il tizio l'abbia messa giù un po' troppo dura. In particolare, l'idea che per accedere ad un Ph.D. serva una pubblicazione mi sembra un'esagerazione bella e buona.

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