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lunedì 10 maggio 2010

l'eredità di Brentano

In Origini della filosofia analitica, Michael Dummett ha scritto (vado a memoria, dato che non ho il libro qui con me a Parigi) che la filosofia analitica era, perlomeno agli inizi, un movimento anglo-austriaco e non anglo-americano. Inoltre, ha sostenuto che in principio la filosofia analitica non era separata da alcune correnti della filosofia continentale.

Entrambe le cose sono vere. In effetti, un numero impressionante di filosofi analitici e continentali della prima metà del novecento è legato, in un modo o nell'altro, all'austriaco Franz Brentano. Inoltre, la filosofia austriaca del primo '900 era una filosofia "scientifica", del tutto separata dalla filosofia speculativa tedesca. Se la cosa vi interessa, potete leggere gratuitamente in rete (qui) il libro di Barry Smith Austrian Philosophy. The Legacy of Franz Brentano.

Il libro è molto interessante da un punto di vista storico. Ad esempio, fa vedere come abbiano avuto a che fare con Brentano, in modo più o meno diretto, Meinong, Russell, Twardowski, Husserl, Schlick, Wittgenstein, Popper, Bergmann, Husserl, Carnap, Stumpf, Lesniewski, Lukasiewicz, Tarski (OK, mi fermo qui). Insomma, Brentano è in qualche modo connesso alla fenomenologia, alla psicologia della Gestalt, alla scuola di Leopoli-Varsavia, al circolo di Vienna e alla filosofia analitica britannica.

Un altro libro classico sul tema è: Peter Simons Philosophy and Logic in Central Europe from Bolzano to Tarski. Come si capisce dal titolo, Simons va più indietro ancora a cercare le radici comuni della filosofia analitica e di parte della filosofia continentale. Il libro, tuttavia, mi sa che in rete non c'è.

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