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lunedì 21 giugno 2010

Il mammifero OGM



Ripropongo qui uno scambio di commenti avuto qui tra me e Leonardo.

Leonardo ha detto:
Essere senziente: E’ senziente ogni essere in grado di soffrire fisicamente o psichicamente, caratterizzato da un sistema nervoso e da un cervello sviluppati. Tra gli esseri senzienti sono inclusi, in particolare:i mammiferi (umani o non), gli uccelli, i rettili, gli anfibi e i pesci.

E ha aggiunto
Certo, non è una cosa semplice.
(a) X può fare P se e soltanto se P non danneggia Y.
Sembra vaga come cosa posso capirlo, ma significa, ad esempio:
(a’) “la libertà di mangiare qualcosa che ci piace finisce quando quel qualcosa che ci piace era un essere vivente, dotato di sistema nervoso, con i tuoi stessi diritti di mangiare qualcosa che magari, anche a lui, avrebbe fatto piacere mangiare”.

Io ho detto:
Assumendo quanto hai detto, ovverosia “è senziente ogni essere in grado di soffrire fisicamente o psichicamente, caratterizzato da un sistema nervoso e da un cervello sviluppati”; e assumendo inoltre “X può fare P se e soltanto se P non danneggia Y”; ho provato a ricostruire un banale esperimento mentale suggeritomi da un libro*.

Prova a supporre che il progresso tecnologico di una certa azienda, per raggiungere una grossa fetta di mercato composta da consumatori vegetariani e vegani, un giorno riesca a costruire un mammifero OGM molto raffinato, il quale non solo non è in grado di provare dolore fisico e psichico, ma abbia un’innata predisposizione al suicidio congiunta a notevoli abilità cognitive. Per di più supponiamo che, dopo diversi test di certificazione, gli psicologi ci suggeriscano che questo eccezionale mammifero desideri la macellazione come coronamento essenziale di una vita che valga la pena di essere vissuta.

A queste “assurde” condizioni saresti disposto a consumare la sua carne?

* Idea rielaborata a partire da: J. Baggini, The Pig That Wants to Be Eaten. Granta Books, London 2005; tr. it. a cura di I. Rubini, Il maiale che vuole essere mangiato e altri novantanove esperimenti mentali. Cairo Editore, Milano 2006.

Leonardo ha detto:
Non è facile rispondere alla domanda, ma ecco cosa ti direi io senza tirare in ballo nessun autorevole filosofo

L’esperimento mentale mi lascia poco spazio all’obiezione. Se la creatura x,desidera suicidarsi e, la morte e il maltrattamento vario, non comportano ad essa nessun dolore allora, cade il problema morale. Si possiamo mangiarla, così come mangiamo i pomodori.

C’è il gioco truccato però. “notevoli abilità cognitive”? cosa sono? la cognizione del dolore è totalmente esclusa? come si può valutare ciò che è meglio e ciò che è peggio senza avere il parametro di ciò che è “male”, di ciò che è “doloroso” e dunque essere felici di essere macellati?

Felicità e aspettative non esistono forse in relazione?

Inoltre, la creatura si nutre? se si, di cosa? se si nutre di piante allora non dobbiamo mangiarla per diminuire la sofferenza delle piante (se le piante non soffrono, possiamo sfoderare argomenti ecologisti) , perché mangiando loro e la creatura stessa le mangeremmo per due volte.

L’esperimento stimola la discussione da una prospettiva insolita, ma è costruito con scarsa attenzione agli stati di cose del mondo. In particolare, “cognizione” è un termine che sembra rilevare, nel uso che ne è stato fatto, un’incomprensione di fondamentali questioni psicologiche.

Non si può essere predisposti a qualcosa se non la si valuta, in un certo qual modo, positivamente (cioè meno dolorosa rispetto ad altro). Il maiale descritto vuole “non vivere” per vivere in modo degno … mah, direi che non è un buon esperimento mentale e tralascia tutti i risultati raggiunti in etica analitica dagli animalisti tipo singer.

Mia risposta qui:

Ora, personalmente, ritengo che la risposta di Leonardo sia solamente parziale. Perché:
1) Così a naso dispenserei "notevoli abilità cognitive", lasciando immutato l'esperimento mentale.
2) Il fatto che l'esperimento mentale sia costruito con "scarsa attenzione agli stati di cose del mondo" (attuale, aggiungerei) non è secondo me una buona critica. Non credo esistano stanze cinesi o cervelli effettivamente nella vasca eppure ricoprono un ruolo essenziale in interessanti "esperimenti mentali".
3) Ignorare i risultati raggiunti in etica analitica ancora una volta non la trovo una critica all'esperimento mentale.
4) Accolgo l'osservazione circa "l'argomento delle piante", ma rimane un argomento come sai indiretto e dunque che resta dei diritti animali in senso antispecista?

Il mio interlocutore privilegiato è Leonardo, aspetto infatti il seguito del dibattito. Ma voi? Che ne pensate? Magari ci tiriamo fuori un intervento per il Seminario di Etica e Animalismo a Settembre.

7 commenti:

  1. Essere il tuo interlocutore privilegiato mi riempie di gaudio.

    In realtà il punto più importante della mia risposta era (cito):

    "Come si può valutare ciò che è meglio e ciò che è peggio senza avere il parametro di ciò che è “male”, di ciò che è “doloroso” e dunque essere felici di essere macellati?

    Felicità e aspettative non esistono forse in relazione?"

    Questo maiale dunque, non prova dolore ma piacere si. O almeno è quello che capisco dalla affermazione "desideri la macellazione come coronamento essenziale di una vita che valga la pena di essere vissuta."

    Ripeto come si possono avere desideri senza avere, in qualche modo, una scala di parametri positivi e negativi verso cui orientare le nostre scelte?

    Io desidero un i-pad ma non lo compro, perché spendere tutti quei soldi mi lascerebbe in uno stadio meno vantaggioso rispetto a quello di partenza (secondo la mia scala di utile).

    Questo OGM senza dolore... perdonatemi l'uscita poetica. Senza dolore neanche piacere.

    Infine continuo a non capire le "notevoli abilità cognitive".

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  2. facciamola più semplice: mangereste un animale, umano o non umano, morto di morte naturale?

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  3. Anna ha ragione, e non è mica tanto semplice.

    Io ti rispondo di no, non so se ho un buon argomento devo pensarci.

    Secondo me, mangiare un corpo morto di morte naturale rimane una scelta del singolo, non c'è dolore o sofferenza che si possa causare all'individuo in quanto tale ma magari, nel caso di un uomo, ai familiari o agli amici che vogliono dare al corpo, non so, sepoltura e onori vari.

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  4. Credo che questo esperimento mentale contenga molti errori logici e, nel caso, dovrebbe essere meglio riformulato per essere pensabile. Intanto la ipotetica fetta di consumatori vegani e vegetariani farebbero ben poca richiesta di carne (normale o ogm poco importa). Inoltre per costruire l'animale in questione occorrerebbe fare molta sperimentazione e questo disturberebbe troppo l'ipotetico futuro consumatore. Terzo, un animale che voglia morire va contro l'idea stessa della vita (per non parlare del fatto che un animale che non potesse provare dolore morirebbe quasi subito, perchè non sarebbe atto a vivere). Secondo me gli esperimenti mentali dovrebbero essere possibili condizioni di realtà, altrimenti sono così assurdi da non essere neppure concepibili da una mente razionale. Tanto vale ipotizzare che le bistecche potrebbero iniziare a parlare e dirci che vorrebbero essere mangiate...Le mangeremmo?
    E poi l'ipotetico animale avrebbe un'innata predisposizione al suicidio o ad essere uccisa? La cosa cambia...

    alessandra

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  5. anna ha detto...
    facciamola più semplice: mangereste un animale, umano o non umano, morto di morte naturale?

    mangerei qualsiasi forma animale, umana o non, purchè morta di morte naturale...ma solo in caso di estrema necessità: mi riferisco a situazioni limite e altamente improbabili, quali cataclismi apocalittici o abbandono su un'isola deserta. in ogni caso sarebbe una scelta da "ultima spiaggia" e non gradita sia dal punto di vista morale che da quello alimentare.

    riguardo l'esperimento mentale di ettore:
    non lo mangerei e manifesterei il mio dissenso nei confronti della ditta di cui parli (sia un pre-produzione che in produzione). possiamo fare a meno - dal punto di vista alimentare - di un prodotto del genere. questo argomento (a me) basta e avanza.

    il discorso, inoltre, mi sembra a prima vista analogo a quello applicabile per la nokia, che sforna 20 cellulari al mese pressochè identici in termini di funzionalità, ma spesso diversi nell'estetica. la questione, a mio avviso, torna a fare riferimento al problema (secondo me più difficile di tutti) del "gusto", inteso come sapore nel primo caso e come rappresentazione estetica nel secondo. nel primo caso però le implicazioni morali del concdersi un "peccato di gusto" sono molto forti e, anche se sempre indirette (non lo uccidi tu l'aniamle OGM), sono più esplicite (le implicazioni ci sono anche nel caso nokia, ma sono molto più implicite).

    estremizzo il caso:
    e se al luna park ci fosse un nuovo gioco? potrebbe essere costituito da un essere vivnte (anche umano) OGM privo di autoscienza e con i trasmettitori neuronali inveriti (tale per cui dandogli dolore gli dai piacere, e viceversa). il gioco consiste nel trucidarlo fino a farlo morire. prima della morte è garantita una foto ricordo. il costo è di 50 cent (1 euro con foto).
    ci giocheremmo?
    o meglio, lasceremmo che il luna park si attrezzasse di questo gioco?

    l'anno scorso è stato possibile assistere a un caso lontanamente simile:

    http://www.youtube.com/watch?v=og2uX7oRP9I

    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200807articoli/35041girata.asp

    il manichino credo sia ancora lì...

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  6. io non mangerei un animale (umano o non) morto di morte naturale a causa di timori igienico-sanitari.
    "Morte naturale" significa malattia o vecchiaia, dunque carni non edibili, o comunque rischiose.
    Cambiamo scenario: un giovane sano morto per incidente, facciamo il classico incidente stradale accaduto a un* ragazz* su scooter.
    Sembra assurdo?
    Eppure, a pensarci bene, è quello che succede nel caso dei trapianti.
    Il donatore ideale è proprio un giovane scooterista investito.
    Se i parenti danno il consenso, ovviamente.
    Un giovane sano a cui vengono tolti, espiantati, fegato, cuore, reni, ecc. Viene squartato.
    Ma con un fine "benefico", garantito dalla Scienza medica.
    E mangiarlo?
    Certo, ci vorrebbe la necessità assoluta di carne.
    Ma anche rispetto ai trapianti, tralasciando la retorica medica, la necessità non è così scontata.
    Che ne dite?

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  7. Non mi sono occultato. Sto raccogliendo le obiezioni e costruendo una risposta.

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